martedì 3 luglio 2012

Un'Italia di vecchi, un'Italia vecchia


“Siamo un paese vecchio, abbiamo idee e modalità vecchie. Dovremmo avere il coraggio di cambiare. Noi siamo venuti agli Europei con questo coraggio”.
Queste dichiarazioni di Cesare Prandelli, al termine degli Europei 2012 hanno fatto il giro dell’Italia. E forse del mondo.
E ci hanno ricordato una realtà che ci fa male, perché ci toglie la speranza nel futuro: viviamo in un Paese vecchio.
Cesare Prandelli ha fatto breccia, è entrato nei nostri cuori perché lui è simpatico ed ha anche una mentalità giovane, nonostante i suoi 55 anni. E’ uno che pensa da giovane perché ci ha fatto credere in un progetto. Perché sa sorridere, anche al termine di una finale persa per quattro a zero. Perché ci ha fatto vedere probabilmente il più bel calcio giocato dalla nazionale negli ultimi 10 anni. Un calcio giovane, che stride con un'Italia vecchia.

L'Italia è vecchia e non solo nel calcio. Ci voleva Prandelli per ricordarcelo?
Sono vecchi i politici. Compreso il settantatreenne ministro per lo sport, intervistato a fine partita a bordo campo. Con tutto il rispetto per l’onorevole Gnudi, ma almeno il ministro per lo sport, che per definizione è giovane, almeno lui, non potrebbe avere qualche anno in meno?
Sono vecchie le case. Per questo crollano quando la terra decide di muoversi.
Sono vecchi molti quadri dirigenti delle aziende. Che non crescono.
Sono vecchi i partiti, che non attraggono più.
Sono vecchi troppi docenti, perchè hanno perso la passione che dovrebbe accendere i cuori dei loro studenti.

Dovremmo avere il coraggio di cambiare, ci ha ricordato Prandelli. Lo ha ricordato agli italiani, a molti italiani vecchi, che avranno storto il naso alle sue parole, gridando o solo pensando “frasi da vecchi”: non é possibile, è difficile, non si cambierà mai, non vale la pena, quando ero giovane io...
Le frasi da vecchi spengono la speranza, e la speranza è la linfa della giovinezza.
Forse basterebbe che ciascuno di noi torni un po' più bambino e la smetta di fare troppi calcoli, di pronunciare "frasi da vecchi". Perché i bambini, grazie a Dio, ancora sanno sognare.
Non ci sono altre strade: o torniamo a sognare e a far sognare nella speranza di lasciare a chi ci seguirà un mondo più giusto, più bello, più vero, oppure rimarremo vecchi.
E un mondo di vecchi è destinato ad autoestinguersi.
E a non vincere neanche i prossimi mondiali...

Articolo pubblicato su Familiariamagazine.it


3 commenti:

  1. Già, siamo un paese vecchio e fermo. Gli stessi giovani non hanno speranza, perchè non sono ascoltati e non hanno neppure lo spazio per spiegare le ali. Per non parlare poi della mia generazione, ne giovani ne vecchi, ma ancora e sempre precari...
    Eppure, credo che la Speranza sia davvero la strategia vincente.

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  2. conosco Prandelli molto bene, per aver tifato viola in questi anni. E' un uomo che fa anche i suoi sbagli, ma ha una caratteristica: con lui la partita è sempre aperta. Non si va mai in campo con l'ansia, o con la consapevolezza che si perderà. Ricordo ancora quelle partite meravigliose di Champions League. Il Liverpool era la squadra più forte, la testa di serie candidata ad una facile vittoria. E invece abbiamo vinto noi. Abbiamo giocato meglio di loro. Li abbiamo sconfitti sia in casa nostra che in casa loro. Un trionfo.
    E allora è successo l'impossibile. Noi siamo passati primi nel girone, prima squadra italiana a qualificarsi.
    Ecco che una squadra di giocatori non eccelsi può fare grandi cose se ben guidata. Serve una guida, una guida che prima di ogni altra cosa ama la sua squadra.
    Questo ci manca.
    Ci manca la sensazione di essere guidati, condotti da qualcuno che ha a cuore il nostro destino.
    Ecco quindi che i giovani sono sempre gli ultimi: dato che sono al mondo da poco, si sono fatti pochi amici nella stanza dei bottoni. E in Italia se non hai amici non esisti.

    Cambieremo? Chissà. Dobbiamo avere il coraggio di farlo. Ma non è impossibile. Anche battere il Liverpool sembrava impossibile. Eppure, controllate pure: gli abbiamo fatto 4 gol.

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  3. Anch'io penso che la Speranza sia la strategia vincente. Però qualsiasi forma di speranza, sia quella umana, sia quella soprannaturale per chi crede, si accende e si alimenta se l'oggetto sperato è ritenuto raggiungibile. Se non è così, la scintilla neanche si accende. Ed è quello che si vede in molti giovani e adulti.
    Dovremmo capire come fare per mettere davanti agli occhi dei ragazzi mete belle, affascinanti, attraenti. E bisogna anche un po' rischiare, come si fa nei sogni.

    Da parte nostra, dovremmo essere un po' come Prandelli per la nazionale. Bravi condottieri: convinti, umili, entusiasti, positivi e soprattutto propositivi. Quest'ultima qualità dovrebbe crescere in molti adulti. A che cosa serve essere disfattisti?

    Emanuele, è proprio vero quello che scrivi: sai quanti occhi di ragazzi vedo luccicare quando questi hanno la fortuna di avere accanto un adulto che fa l'adulto? E, paradossalmente, gli adulti migliori sono quelli che non finiscono mai di apprendere dai ragazzi, quelli che sanno rimettersi in gioco, senza perdere mai il loro ruolo di adulti.

    E di adulti così ce ne sono ancora tanti, anche se ce ne vorrebbero di più, molti di più...

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