giovedì 17 marzo 2011

L'amicizia, palestra di amore

Lettere ad un teenager/4

Ci siamo lasciati, qualche giorno fa, con l’idea che per fare crescere una vera amicizia non bastano la spontaneità ed il sentimento. Bisogna impegnarsi. Parole che forse ti hanno lasciato qualche perplessità.

In queste righe proverò a spiegarmi meglio e per farlo ti dirò quelli che, secondo me, sono i pilastri su cui si fonda un vero rapporto di amicizia.

Cominciamo con il primo: l’amicizia non crea rapporti esclusivi. Scriveva Lewis che in ciascuno dei miei amici c’è qualcosa che solo un altro amico sa mettere pienamente in luce... Da ciò consegue che l’amicizia è il meno geloso degli affetti. Due amici sono ben lieti che a loro se ne unisca un terzo, e tre, che a loro se ne unisca un quarto.

Sai che non è facile tenere a bada la “gelosia”, eppure non possiamo scambiare l’amicizia con un rapporto esclusivo; quante volte ti è capitato di pensare: saremo ancora amici, adesso che ha conosciuto questa nuova persona?

Andiamo avanti: l’amicizia è aperta alla confidenza, alla condivisione della propria interiorità. Non ci può essere vera amicizia se non è presente la disponibilità a rivelare qualcosa di personale, di profondo, di non detto; qualcosa che conoscerà solo il tuo amico e nessun altro. Qualcosa che custodisci nel tuo intimo, e che potrai confidare solo a chi se lo meriterà.

Ed ecco il terzo pilastro: l’amicizia ci fa amare l’altro per quello che è, non per come noi lo vorremmo.

Non si tratta di non volere il meglio per i nostri amici, di non volere che diventino migliori. Se non hai un amico che ti corregga, paga un nemico perché ti renda questo servizio, scriveva Pitagora. Volere veramente bene significa anche esigere, rimproverare con affetto se l’amico si comporta male. Ma con pazienza, perché un vero amico sa accogliere ed accettare i limiti della persona cui vuole bene, sa aspettare che il tempo e l’amore facciano il loro lavoro.

E ancora: l’amicizia richiede la fedeltà. Essa non può basarsi su qualcosa di superficiale: non basta uscire assieme o provare simpatia per essere amici.

L’amicizia richiede fedeltà nel tempo, per permetterci di costruire un rapporto che duri negli anni, fatto di tanti piccoli dettagli: ricordarsi del giorno del compleanno o di un esame, chiamare quando sai che il tuo amico è malato o ha bisogno di parlare…

Ma la fedeltà è anche prendersi cura dell’altro, stargli vicino nei momenti di difficoltà, conoscere i suoi gusti per farlo felice, sapendo mettere da parte anche quello che ci sta più a cuore per il bene dell’amico.

Infine, l’amicizia ha un oggetto verso cui tendere. Gli innamorati stanno quasi tutto il tempo faccia a faccia assorti nella contemplazione l’uno dell’altra. Gli amici fianco a fianco, assorti in qualche interesse comune. Gli innamorati si interrogano continuamente sul loro amore; gli amici non parlano quasi mai della loro amicizia, scriveva sempre Lewis, che aggiungeva: L’amicizia deve avere un oggetto, fosse anche la passione per il domino.

Forse adesso ti verrà più facile pensare che l’amicizia vera esiste e, soprattutto, che è una strada che conduce verso la felicità.

Una strada in salita, a volte, ma che un giorno ti farà scoprire di avere imparato a fare la cosa più importante della tua vita: amare.


Articolo pubblicato sulla versione online della rivista Familiaria

mercoledì 9 marzo 2011

Amicizia, una via per la felicita'

Lettere a un teenager/3

Con Francesca non siamo più amiche. Perché a un certo punto mi sono resa conto che mi giudicava. E un’amica non giudica, ti comprende.
Parole di una diciottenne che mi raccontava la fine dell’amicizia con quella che io – e anche lei, fino a poco tempo prima – credevo essere la sua migliore amica. Parole che mi hanno fatto pensare ancora una volta a quanto teniamo agli amici veri.
Vivere senza amici è impossibile, lo sai benissimo. E lo sanno anche gli adulti, pure quelli che si mostrano scettici quando gli chiedi se hanno amici. Molti di loro hanno perso la capacità di sognare e di entusiasmarsi; per questo hanno smesso di credere alle amicizie autentiche. Ma stanno male, e si vede.
Quando crescerai capirai che l’amicizia è una fregatura, sembrano dire con il loro atteggiamento, sempre attenti a non esagerare nella relazione con un’altra persona.
E’ meglio stare lontani da questi adulti e cercare quelli capaci di mostrarti con la loro vita che l’amore esiste e riempie di senso la loro esistenza.

Come si fa a pensare che l’amicizia vera non esista? L’amicizia svela la nostra natura: siamo fatti per la relazione, per incontrare gli altri. Per questo un’autentica amicizia ci rende felici, perché ci realizza.
Certo non è facile rimanere amici: perché col tempo si scoprono i difetti, si hanno diverse vedute, a volte non ci si comprende, si può anche litigare.
Ma l’amicizia sa andare oltre, perché è costruita sulla gratuità: sono contento che tu esisti e desidero il tuo bene. Soffro se tu soffri, gioisco se tu gioisci.

L'amicizia è un sentimento indescrivibile, molto più forte dell'amore, è qualcosa che ti lega a una persona e va al di là dell'aspetto fisico, mi diceva un ragazzo tempo fa.
Ne siamo convinti, l’amicizia è un tesoro da custodire e difendere con impegno e sforzo. Non fare quella faccia quando leggi impegno e sforzo: non pensi che sia così? L’amicizia non procede per inerzia, non va avanti da sola.
E la spontaneità dove la mettiamo? - ti starai chiedendo - Come si fa a diventare amici in maniera forzata? Non si può essere amici se non si è spontanei, autentici, trasparenti. E’ la spontaneità che rende l’amico così simpatico!
E’ vero, ma la spontaneità non fa parte dell’amicizia: forse ne determina l’inizio, perché ci fa cogliere qualcosa di speciale del modo di essere di una determinata persona, ce la rende simpatica. E mette le basi per diventare amici.

Per rimanerlo, però, sono necessari impegno e sforzo. Cercherò di spiegarmi meglio tra qualche giorno, quando tornerò a scriverti sull’amicizia cercando di dirti quali sono gli elementi più importanti che rendono forte un rapporto di amicizia.
Non mancare!


Articolo pubblicato sulla versione online della rivista Familiaria