giovedì 3 maggio 2012

La salvezza viene dai giovani


Sembra una delle solite frasi fatte. Ma mai come adesso possiamo dire che la salvezza viene dai giovani, dalle nuove generazioni. Quale salvezza, vi starete chiedendo? Quella dei milioni di embrioni che ogni anno vengono concepiti, crescono e che non arrivano a vedere la luce, e non per cause naturali. Ma pure la salvezza di chi, arrivato alla fine della sua vita, vorrà portarla a termine in maniera naturale, anche quando la malattia potrà spingerlo a pensare che la sua vita non è più degna di essere vissuta. E ancora, penso alla salvezza di centinaia di bambini down, ai quali viene privato il diritto di nascere da chi ha deciso di non far loro condurre una vita tutt’altro che dignitosa…

La battaglia per la difesa della vita, oggi, si trova a un punto di svolta. Dopo decenni di ideologia post-sessantottina, nei quali è stata smantellata buona parte del sistema di valori su cui si è sviluppata la società occidentale, oggi qualcosa sta cambiando.

La medicina ha fatto passi da gigante ed è molto difficile riuscire a sostenere la tesi che un feto non sia un essere umano. Che l’aborto sia un omicidio oggi è più evidente di quanto non lo fosse trent’anni fa. Come pure che l’embrione è già una vita umana a tutti gli effetti. E allora, giustamente, ci si interroga sulle contraddizioni di una società che condanna la pena di morte ma che paradossalmente ammette che a milioni di bambini non ancora nati venga impedito per sempre di vedere la luce.

Non vorrei sembrare eccessivamente ottimista ma mi sembra che in Italia da alcuni anni stia crescendo la sensibilità verso questo tema; e soprattutto cresca la sensibilità di tanti giovani, che poco alla volta sostituiranno gli attuali "adulti" che governano le sorti della nostra società e che tanta responsabilità hanno avuto nell’approvazione della legge 194/78.

Diverse sono state, recentemente, le iniziative a favore della vita promosse proprio dai giovani. Lo scorso anno una organizzazione internazionale giovanile è riuscita a presentare all’ONU una Declaración de la Juventud (Dichiarazione della Gioventù) con più di 100.000 firme per promuovere politiche a favore della vita. Sul web sono presenti gruppi e movimenti giovanili apertamente schierati a favore della vita. Tra questi segnalo, ad esempio, www.giovaniprolife.org, il portale dei giovani del Movimento per la Vita; oppure http://www.saltovitale.info, il magazine online dei giovani prolife. Il prossimo 13 maggio si terrà a Roma la seconda edizione della Marcia nazionale per la vita, alla quale prenderanno parte anche numerose associazioni giovanili.

Tuttavia questo non basta. I giovani hanno dalla loro l’entusiasmo e la freschezza tipici dell’età, ma la loro azione non può prescindere dagli adulti. E questo per diversi motivi.
Innanzitutto perché gli adulti rappresentano il futuro e se questo futuro non è raffigurato positivamente da modelli concreti, diventa più difficile per i giovani sperare in un reale cambiamento del mondo. Oppure il cambiamento auspicato rischia di diventare il desiderio di una società perfetta fondata sull’utopia. E sappiamo come è finita tutte le volte in cui l’uomo ha cercato di creare il paradiso sulla terra…

E poi i giovani hanno bisogno di formazione, perché possano liberarsi dall’approccio superficiale tanto diffuso nel mondo d’oggi e che banalizza tutto, a partire dalla vita stessa. I giovani hanno dalla loro il desiderio tipico della giovinezza di chiedersi il perché delle cose, di volere comprendere le ragioni di quello che succede nel mondo, di quello che li riguarda da vicino. Ma non possiamo dimenticare che sono figli di un mondo che li spinge ad una superficialità che, se non affrontata adeguatamente, non dà spazio alla ragione e alla verità.

Per questo hanno bisogno di adulti competenti e appassionati, che sappiano trasmettere loro non solo le conoscenze sulla vita ma anche il desiderio di andare a fondo, la speranza concreta di cambiare il mondo, la volontà di non fermarsi ai luoghi comuni, soprattutto quando questi riguardano la vita, che è il bene più grande che possediamo.

Sull’aborto, sull’eutanasia, sugli embrioni, sulla procreazione artificiale, i giovani hanno il diritto di capire come stanno le cose. Hanno il diritto di conoscere la verità, spesso nascosta per motivi ideologici o di convenienza. Aiutarli a formarsi è un dovere degli adulti. E’ un dovere nostro e non possiamo tirarci indietro.

Articolo pubblicato sulla versione online di Familiaria