venerdì 20 maggio 2011

Quale sarà il tuo verso?

Lettere ad un teenager/5

“I ragazzi, oggi, non si fanno tante domande sul senso della vita, sulla loro identità, sul loro futuro. Vanno avanti a forza di emozioni.

Quelle domande se le pongono solo se incontrano lungo la loro strada la sofferenza. Allora, forse...”

Così mi diceva un amico con il quale parlavo di come riaccendere il cuore, spesso stanco e svogliato, di tanti ragazzi.

Faccio fatica a credere che un ragazzo, una ragazza, non si facciano mai queste domande a meno che non vadano a sbattere violentemente contro il muro della sofferenza. Non ci credo. Semmai le domande, come la voglia di rendere grande la propria vita, sono come atrofizzate dal vento freddo che viene dal mondo… quasi sempre dal mondo degli adulti.

Come credere in me stesso? Come fare per essere contento di quello che sono e non cercare di apparire per quello che vorrei? Qual è la mia identità? Chi sono? Chi voglio diventare? Per chi vivo?

Sono solo alcune delle domande che, prima o poi, tutti ci facciamo. Che, prima o poi, tu ti fai. Forse sarebbe più comodo ignorarle, sarebbe più comodo far finta di niente. Ma non è nella natura umana, recitava qualche anno fa il protagonista di una famosa serie TV, nel corso della prima puntata.

No, sono domande che non si possono ignorare. Esigono una risposta, dalla quale dipende la tua felicità.

Da dove partire? Riconosco che non è facile; prova a partire dalla conclusione. Dalla certezza – perché è così – che tu sei unico al mondo. Dalla convinzione che, come te, non c’è e non ci sarà mai nessun altro che potrà scrivere la storia che tu solo sei venuto a raccontare. Una storia che, senza di te, lascerà per sempre un vuoto – non importa se piccolo o grande – che non potrà mai essere colmato.

Come te non c’è nessuno mai. Per arrivare a questa conclusione, devi imparare a conoscerti; non basta farlo, devi volerlo fare. Puntare dritto al fondo del tuo cuore, allontanarti dalla superficie, dove è più facile stare; non costa sforzo rimanere in superficie ma così non scoprirai mai chi sei veramente. Dopo aver scoperto chi sei, potrai fare il secondo passo: volerti bene per quello che sei. E allora, solo allora, diventerai capace di volere bene a un’altra persona.

Ma di questo parleremo un’altra volta.

Continua a seguirmi nelle prossime lettere: cercherò di accompagnarti in quella che, usando le parole di un famosissimo film, per te potrebbe essere la scoperta più bella della tua vita: che il potente spettacolo continua e che tu puoi contribuire con un verso.

Quale sarà il tuo verso?


Articolo pubblicato sulla versione online della rivista Familiaria

5 commenti:

  1. Chi viaggia senza incontrare l'altro non viaggia...si sposta.
    [Alexandra David - Néel]

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  2. Complimenti è un bellissimo articolo che coglie veramente il
    disagio che molti ragazzi di oggi hanno nel rapporto con la propria
    interiorità che non conoscono e che forse non si pongono neanche il problema
    di conoscere, tanto sono distratti e storditi dal mondo che li circonda. Sta
    proprio a noi genitori o educatori , il compito di stuzzicare questa
    curiosità interiore e affascinarli con il nostro esempio.

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  3. Dici bene, Giovanni.
    Per questo noi adulti abbiamo un compito fondamentale. La cosiddetta emergenza educativa è un'emergenza di adulti assenti

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  4. Concordo pienamente ma purtroppo devo sottolineare spesso l'assenza affettiva dei genitori che viene sostituita da beni materiali all'ultima moda e l'indifferenza esercitata da tantissimi colleghi che non vogliono (e lo sottolineo) entrare nel merito di problematiche conflittuali per i giovani preferendo attenersi scrupolosamente al programma. Non ci sono quasi più lezioni di vita in classe. non sono pessimista, mi attengo al mio vissuto professionale.

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  5. Non chiudiamo gli occhi di fronte alla realtà. Ma continuiamo ad alimentare le oasi nel deserto attuale.
    Poca cosa, le oasi; ma se non ci fossero sarebbe la fine.

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